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Come Eliminare i Graffi dal Lavandino in Ceramica

I lavandini in ceramica sono ampiamente utilizzati in bagni e cucine per la loro estetica elegante e la loro resistenza alla maggior parte delle sostanze chimiche e agli agenti di pulizia. Tuttavia, i lavandini in ceramica possono essere soggetti a graffi causati dall’uso quotidiano, come il contatto con oggetti metallici, spazzole abrasive e utensili da cucina. In questa guida analizzeremo i metodi per eliminare i graffi dai lavandini in ceramica, come prevenire ulteriori graffi e condividerò alcuni aneddoti personali per rendere l’argomento più coinvolgente e interessante.

Come Eliminare i Graffi dal Lavandino in Ceramica

Per eliminare i graffi dal lavandino in ceramica, è importante considerare diversi metodi e prodotti a seconda della gravità e della profondità dei graffi. Di seguito, troverai una descrizione più approfondita dei vari metodi per rimuovere i graffi dal tuo lavandino in ceramica:

Pulizia iniziale: Inizia pulendo il lavandino in ceramica con un detergente delicato e un panno morbido o una spugna non abrasiva. Questo passo preliminare aiuterà a rimuovere lo sporco, i residui e i depositi di calcare che potrebbero ostacolare il processo di rimozione dei graffi. Sciacqua accuratamente il lavandino con acqua tiepida e asciugalo con un panno morbido e asciutto per evitare macchie d’acqua.

Valutazione dei graffi: Osserva attentamente i graffi sul lavandino in ceramica e determina la loro profondità e gravità. I graffi superficiali possono essere trattati con metodi più delicati, come l’utilizzo di bicarbonato di sodio, mentre i graffi più profondi potrebbero richiedere l’uso di prodotti specifici o l’intervento di un professionista.

Pasta abrasiva con bicarbonato di sodio: Prepara una pasta abrasiva utilizzando bicarbonato di sodio e acqua. Mescola una parte di bicarbonato di sodio con una parte di acqua per formare una pasta spessa e liscia. Il bicarbonato di sodio è un abrasivo delicato che può aiutare a rimuovere i graffi superficiali senza danneggiare ulteriormente la ceramica.

Applicazione della pasta: Utilizzando un panno morbido o una spugna non abrasiva, applica una generosa quantità di pasta abrasiva sui graffi. Strofina delicatamente la pasta sui graffi in un movimento circolare, applicando una pressione leggera. Continua a strofinare fino a quando i graffi iniziano a scomparire.

Rimozione dei graffi profondi: Se i graffi sul lavandino in ceramica sono più profondi, potresti aver bisogno di utilizzare prodotti specifici per la rimozione dei graffi, come una crema o un gel abrasivo appositamente formulato per la ceramica. Segui attentamente le istruzioni del prodotto per l’applicazione e la rimozione. In alternativa, potresti consultare un professionista specializzato nella riparazione di superfici in ceramica per valutare se è possibile rimuovere i graffi profondi senza danneggiare ulteriormente il lavandino.

Controllo e ripetizione: Dopo aver applicato la pasta abrasiva o il prodotto specifico per rimuovere i graffi, risciacqua il lavandino con acqua tiepida e valuta se i graffi sono scomparsi. Se i graffi sono ancora visibili, ripeti i passaggi 3 e 4 (o 5, se necessario) fino a quando i graffi non sono completamente rimossi.

Pulizia finale: Una volta che i graffi sono stati eliminati, pulisci nuovamente il lavandino in ceramica con un detergente delicato e un panno morbido per rimuovere eventuali residui di pasta abrasiva o di prodotto specifico per la rimozione dei graffi. Sciacqua il lavandino con acqua tiepida e asciugalo con un panno morbido e asciutto.

Come evitare di graffiare il lavandino in ceramica

Per prevenire ulteriori graffi sul lavandino in ceramica, seguire questi suggerimenti:

Utilizza utensili non abrasivi: Scegli utensili non abrasivi per la pulizia, come spugne morbide e panni in microfibra. Evita di utilizzare spazzole metalliche o pagliette di plastica che possono causare graffi.

Proteggi il lavandino: Utilizza un tappetino protettivo in silicone o gomma sul fondo del lavandino per evitare graffi causati da oggetti metallici come pentole, padelle e posate. Questi tappetini possono essere facilmente rimossi e puliti, e offrono una barriera protettiva tra il lavandino e gli oggetti che potrebbero graffiarlo.

Presta attenzione agli oggetti appoggiati: Quando appoggi oggetti pesanti o metallici sul lavandino, fallo con cautela per evitare di graffiarlo accidentalmente. Evita di trascinare oggetti sul fondo del lavandino e cerca di posizionarli delicatamente.

Pulizia regolare: Pulisci regolarmente il lavandino in ceramica con prodotti delicati per rimuovere lo sporco e prevenire l’accumulo di residui che potrebbero causare graffi nel tempo.

Conclusioni

Eliminare i graffi dai lavandini in ceramica può sembrare un compito arduo, ma seguendo i passaggi e i suggerimenti descritti in questa guida, è possibile mantenere il lavandino in ottime condizioni e preservarne l’estetica. Personalmente, ho avuto un’esperienza in cui il mio lavandino in ceramica aveva subito alcuni graffi profondi a causa dell’uso di utensili metallici durante la pulizia.

Ricordo di aver cercato a lungo una soluzione per rimediare a questo problema, fino a quando non ho scoperto il metodo del bicarbonato di sodio e dell’acqua. Inizialmente, ero scettico riguardo all’efficacia di questa tecnica, ma dopo aver seguito i passaggi descritti in questa guida, sono rimasto piacevolmente sorpreso nel vedere come i graffi fossero scomparsi senza danneggiare ulteriormente il lavandino. Da allora, ho adottato i suggerimenti per evitare graffi sul mio lavandino in ceramica e lo tengo in ottime condizioni.

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Come Rimuovere la Serigrafia da un Tessuto

La serigrafia è una tecnica di stampa molto popolare, utilizzata per personalizzare capi di abbigliamento, accessori e altri oggetti. Tuttavia, ci sono momenti in cui potresti voler rimuovere la serigrafia da un tessuto, ad esempio quando si desidera rinnovare un capo o eliminare un’immagine sbagliata. In questa guida, esamineremo in modo approfondito cos’è la serigrafia, come rimuoverla dai tessuti e condividerò alcune esperienze personali per aiutarti a capire meglio questo processo.

Cos’è la Serigrafia sui Tessuti

La serigrafia, conosciuta anche come stampa a schermo, è un processo di stampa che utilizza uno schermo di seta o di altri materiali sintetici per trasferire un’immagine su un tessuto. Il disegno viene creato bloccando alcune parti dello schermo con un materiale impermeabile, lasciando aperte le aree che costituiscono l’immagine. L’inchiostro viene poi spalmato sullo schermo e preme attraverso le aree aperte per creare l’immagine sul tessuto.

La serigrafia è popolare perché permette di creare immagini molto dettagliate e vivaci su una vasta gamma di materiali. Tuttavia, la durabilità della stampa può variare a seconda della qualità dell’inchiostro e del processo di stampa utilizzato. Inoltre, la rimozione della serigrafia dai tessuti può essere difficile e richiede spesso l’uso di prodotti chimici e tecniche specifiche.

Come Rimuovere Serigrafia dai Tessuti

Prima di iniziare il processo di rimozione della serigrafia, è importante capire che il successo dipenderà dalla qualità dell’inchiostro utilizzato, dal tipo di tessuto e dalla durata della stampa sul tessuto. Inoltre, alcuni metodi di rimozione possono danneggiare il tessuto sottostante. Ecco alcuni passaggi che ho seguito personalmente per rimuovere la serigrafia dai tessuti:

Identificare il tipo di inchiostro: L’inchiostro utilizzato nella serigrafia può essere a base d’acqua o plastisol. Gli inchiostri a base d’acqua sono più facili da rimuovere, mentre i plastisol sono più resistenti.

Testare il tessuto: Prima di iniziare, è importante testare il tessuto per assicurarsi che non si danneggi durante il processo di rimozione. In un’area nascosta, applicare una piccola quantità di solvente per la serigrafia (ad esempio, acetone o alcol denaturato) e osservare se il colore del tessuto si deteriora.

Applicare il solvente: Dopo aver testato il tessuto, applicare il solvente sulla serigrafia. Lasciare agire il solvente per alcuni minuti per sciogliere l’inchiostro.

Raschiare l’inchiostro: Utilizzare un raschietto di plastica o un vecchio tessuto per rimuovere delicatamente l’inchiostro ammorbidito dalla superficie del tessuto. Evitare di usare oggetti metallici o appuntiti, poiché potrebbero danneggiare il tessuto.

Lavare il tessuto: Una volta rimosso il più possibile l’inchiostro, lavare il tessuto con acqua tiepida e sapone neutro per rimuovere eventuali residui di solvente e inchiostro. È importante lavare il capo separatamente dagli altri vestiti per evitare che l’inchiostro si trasferisca su di essi.

Asciugare e valutare: Dopo aver lavato il tessuto, lasciarlo asciugare all’aria e valutare se è stata rimossa tutta la serigrafia. Se necessario, ripetere i passaggi 3-5 fino a quando la serigrafia non viene rimossa completamente.

È importante notare che il processo di rimozione della serigrafia può non essere efficace al 100% e potrebbe lasciare segni o residui sul tessuto. Inoltre, alcuni tessuti, come quelli sintetici o molto delicati, potrebbero non sopportare l’uso di solventi e potrebbero danneggiarsi durante il processo.

Conclusioni

Ricordo quando ho deciso di rimuovere la serigrafia da una vecchia maglietta che avevo indossato per anni. L’immagine era sbiadita e volevo trasformarla in una maglietta senza stampa. Ho seguito i passaggi descritti in questa guida e, anche se l’inchiostro non è stato rimosso completamente, la maglietta ha assunto un aspetto “vintage” che mi è piaciuto molto.

La rimozione della serigrafia può essere un’esperienza di apprendimento e, sebbene possa richiedere tempo e sforzi, può anche offrire l’opportunità di esprimere la propria creatività e dare nuova vita ai propri capi di abbigliamento. Tuttavia, è importante ricordare che il processo può danneggiare alcuni tessuti e che i risultati possono variare.

In conclusione, rimuovere la serigrafia dai tessuti può essere un processo impegnativo, ma può anche essere gratificante. Seguendo attentamente i passaggi descritti in questa guida e prestando attenzione alle specifiche del tessuto e dell’inchiostro, è possibile rimuovere con successo la serigrafia e dare nuova vita ai propri capi di abbigliamento.

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Tubo dell’Acqua in Plastica che Perde – Cosa Fare

Un tubo dell’acqua in plastica che perde può essere una fonte di frustrazione e un problema serio per la casa o il giardino, causando danni all’ambiente circostante e aumentando il consumo d’acqua. Nella seguente guida spieghiamo come affrontare e riparare un tubo dell’acqua in plastica che perde, offrendo suggerimenti e consigli utili basati su esperienze personali. La nostra speranza è che queste informazioni vi aiutino a risolvere il problema in modo efficiente ed efficace.

Come riparare un tubo dell’acqua in plastica che perde

Innanzitutto, è fondamentale individuare la posizione esatta della perdita nel tubo. Accertatevi di controllare l’intera lunghezza del tubo e di identificare tutti i punti in cui l’acqua fuoriesce.

Prima di iniziare a lavorare sul tubo, assicuratevi di chiudere l’acqua dalla sorgente principale. Ciò impedirà ulteriori perdite d’acqua e ridurrà il rischio di danni o inondazioni mentre si lavora sul tubo.

Una volta individuata la perdita e chiusa l’acqua, pulite accuratamente la zona intorno alla perdita. Questo garantirà una buona adesione del materiale di riparazione e ridurrà il rischio di ulteriori perdite in futuro.

Se la perdita è piccola e avete bisogno di una soluzione temporanea, potete avvolgere il tubo con nastro adesivo resistente all’acqua. Assicuratevi di avvolgere il nastro in modo stretto e uniforme intorno al tubo, sovrapponendo leggermente ogni strato di nastro. Questa soluzione può durare qualche giorno, ma non è consigliabile come riparazione a lungo termine.

Per una riparazione più duratura, potete utilizzare un prodotto per la riparazione di tubi in plastica, che può essere facilmente reperito nei negozi di ferramenta o online. Questi prodotti includono solitamente un pezzo di plastica rigida, colla e fascette. Seguite attentamente le istruzioni per garantire una riparazione efficace e duratura.
Prima di iniziare la riparazione, assicuratevi di pulire accuratamente la zona interessata con un panno umido e rimuovere eventuali detriti. La pulizia garantirà una buona adesione del materiale di riparazione e ridurrà il rischio di ulteriori perdite in futuro.
In base alle dimensioni e alla forma della perdita, tagliate il pezzo di plastica rigida incluso nel prodotto in modo che copra completamente l’area danneggiata, con un margine di almeno 1-2 centimetri intorno alla perdita.
La maggior parte dei prodotti di riparazione per tubi in plastica include una colla o un adesivo specifico. Leggete attentamente le istruzioni del produttore e applicate la colla sull’area danneggiata del tubo e sul lato del pezzo di plastica che verrà a contatto con il tubo. Attendete il tempo di presa indicato nelle istruzioni prima di procedere.
Posizionate il pezzo di plastica sopra l’area danneggiata, assicurandovi che la colla sia a contatto con entrambe le superfici. Tenete premuto il pezzo di plastica contro il tubo per alcuni secondi per garantire una buona adesione.
Per rafforzare ulteriormente la riparazione, utilizzate le fascette in dotazione con il kit. Posizionatele intorno al tubo, una all’estremità superiore e una all’estremità inferiore del pezzo di plastica, e stringetele fino a quando non sono ben salde. Le fascette aiuteranno a mantenere il pezzo di plastica in posizione e a sigillare la perdita.
Lasciate asciugare la colla per il tempo indicato nelle istruzioni del produttore. Una volta che la colla è completamente asciutta, riaprite lentamente l’acqua e controllate attentamente il punto di riparazione per assicurarvi che non ci siano più perdite.
Seguendo questi passaggi, potrete eseguire una riparazione permanente sul vostro tubo dell’acqua in plastica che perde, garantendo una soluzione più affidabile e duratura rispetto a una riparazione temporanea.

Se il danno al tubo è troppo esteso o se la riparazione non è possibile, potrebbe essere necessario sostituire l’intero tubo. In questo caso, prendete le misure appropriate e acquistate un nuovo tubo della lunghezza e del diametro corretti. Sostituite il tubo danneggiato e assicuratevi di collegarlo correttamente alle fonti d’acqua e alle eventuali valvole presenti.

Per ridurre il rischio di perdite future, assicuratevi di controllare regolarmente i tubi dell’acqua in plastica per segni

di usura o danni. Inoltre, prendete in considerazione l’adozione di misure preventive come l’installazione di supporti per i tubi per ridurre lo stress sulle giunzioni e l’utilizzo di tubi di plastica di alta qualità e resistenza agli agenti atmosferici. Effettuare ispezioni periodiche e manutenzione preventiva può aiutare a evitare problemi futuri e prolungare la vita dei vostri tubi dell’acqua.

Conclusioni

Riparare un tubo dell’acqua in plastica che perde può essere un compito impegnativo, ma seguendo i passaggi e i consigli forniti in questa guida, speriamo che sarete in grado di affrontare il problema in modo efficiente ed efficace.

Per concludere, vorrei condividere un’esperienza personale che mi ha fatto comprendere l’importanza di affrontare tempestivamente una perdita d’acqua. Un giorno, ho notato che un tubo dell’acqua nel mio giardino stava perdendo acqua in diversi punti. Invece di affrontare immediatamente il problema, ho deciso di rimandare la riparazione. Purtroppo, nel giro di pochi giorni, la situazione è peggiorata, e il mio giardino è stato allagato, causando danni alle piante e all’erba. Da quel momento, ho imparato a non sottovalutare l’importanza di riparare rapidamente un tubo dell’acqua che perde.

In sintesi, affrontare un tubo dell’acqua in plastica che perde richiede un’azione tempestiva e una riparazione adeguata. Seguendo i consigli di questa guida e prestando attenzione alla manutenzione e alla prevenzione, potrete assicurarvi di risolvere il problema e proteggere la vostra casa o il vostro giardino dai danni causati dalle perdite d’acqua.

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Come Eliminare le Alghe in una Piscina

Le alghe possono rappresentare un problema fastidioso per chiunque possegga una piscina. Questi organismi unicellulari proliferano rapidamente e possono trasformare l’acqua limpida e cristallina in una massa verde e melmosa. Oltre a rendere meno invitante la vostra piscina, le alghe possono causare problemi di igiene e sicurezza. In questa guida vi mostrerò come eliminare le alghe dalla vostra piscina e come prevenire la loro ricomparsa. Inoltre, condividerò con voi alcuni aneddoti personali legati alla mia esperienza con la manutenzione delle piscine.

Come eliminare le alghe in un piscina

Eliminare le alghe dalla vostra piscina può essere un compito impegnativo, ma è fondamentale per garantire un ambiente pulito e sicuro per nuotare. In questa sezione, approfondiremo ulteriormente i passaggi per eliminare le alghe dalla vostra piscina e discuteremo alcune strategie aggiuntive per affrontare i diversi tipi di alghe che potreste incontrare.

Identificazione del tipo di alghe: prima di iniziare il processo di eliminazione delle alghe, è importante identificare il tipo di alghe presenti nella vostra piscina. Le alghe verdi sono le più comuni e generalmente le più facili da trattare. Le alghe gialle o “mostarda” e le alghe nere sono più resistenti e possono richiedere un approccio più aggressivo. Identificare il tipo di alghe vi aiuterà a scegliere il trattamento più efficace.

Aspirazione e spazzolamento: aspirate e spazzolate accuratamente tutte le superfici della piscina, prestando particolare attenzione alle aree in ombra e alle fessure dove le alghe potrebbero nascondersi. Utilizzate una spazzola rigida per piscine, adatta al materiale della vostra piscina (ad esempio, liner, cemento). Il processo di spazzolamento aiuta a staccare le alghe dalle superfici, facilitando la loro rimozione dall’acqua.

Regolazione dei livelli chimici: prima di procedere al trattamento specifico per le alghe, è essenziale bilanciare i livelli di pH, alcalinità e cloro nell’acqua. Un pH equilibrato e un’adeguata alcalinità favoriscono l’efficacia del cloro e di altri disinfettanti. Testate regolarmente l’acqua e aggiustate i livelli secondo necessità.

Trattamento di shock: eseguite un trattamento di shock clorinico o, se le alghe sono particolarmente ostinate, un trattamento di shock non clorinico a base di ossigeno attivo o monopersolfato di potassio. Seguite le istruzioni del produttore per la quantità di prodotto da utilizzare e lasciate agire il trattamento per almeno 24 ore. Il trattamento di shock aiuta ad eliminare rapidamente le alghe e a disinfettare l’acqua.

Filtrazione e pulizia: assicuratevi che il sistema di filtrazione della piscina sia pulito e funzionante correttamente. Pulite o sostituite i filtri se necessario e lasciate il sistema in funzione per almeno 24 ore dopo il trattamento di shock. Questo aiuta a rimuovere le alghe e i detriti dall’acqua, migliorando la qualità e la trasparenza.

Trattamenti specifici per le alghe: a seconda del tipo di alghe presenti nella vostra piscina, potrebbe essere necessario un trattamento specifico. Per le alghe gialle, utilizzate un alghicida specifico per alghe gialle. Per le alghe nere, spesso più difficili da eliminare, utilizzate un alghicida specifico per alghe nere o un trattamento granulare a base di cloro ad azione lenta, applicato direttamente sulle zone interessate. Seguite attentamente le istruzioni del produttore per garantire la massima efficacia del trattamento.

Ripetizione e monitoraggio: dopo aver completato il trattamento iniziale, controllate l’acqua e le superfici della piscina per assicurarvi che tutte le alghe siano state eliminate. Se necessario, ripetete i passaggi dal 2 al 6 finché l’acqua non è nuovamente limpida e priva di alghe. Inoltre, monitorate i livelli chimici dell’acqua per garantire che rimangano bilanciati e che il cloro sia presente in quantità sufficiente per prevenire la ricomparsa delle alghe.

Manutenzione preventiva: infine, per evitare che le alghe tornino a infestare la vostra piscina, è importante adottare misure preventive. Queste includono una manutenzione regolare della piscina, il controllo dei livelli chimici, l’utilizzo di alghicidi e la pulizia del sistema di filtrazione. Implementando queste pratiche nella vostra routine di manutenzione della piscina, sarete in grado di mantenere l’acqua pulita e libera da alghe.

Ricordate che l’eliminazione delle alghe dalla vostra piscina richiede tempo e pazienza, ma seguendo questi passaggi e approcci approfonditi, potrete ripristinare la bellezza e la funzionalità della vostra piscina. Non scoraggiatevi se il processo richiede più di un tentativo; ogni situazione è unica e potrebbe richiedere diversi cicli di trattamento per ottenere risultati soddisfacenti. Tuttavia, con impegno e attenzione, la vostra piscina tornerà ad essere un luogo di riposo e divertimento per voi e la vostra famiglia.

Come prevenire le alghe in un piscina

Prevenire la crescita delle alghe è fondamentale per mantenere la vostra piscina pulita e sicura. Ecco alcuni consigli su come prevenire le alghe nella vostra piscina:

Manutenzione regolare: aspirate, spazzolate e pulite regolarmente la piscina per rimuovere eventuali detriti e prevenire la formazione di alghe.

Monitoraggio dei livelli chimici: controllate regolarmente i livelli di pH, alcalinità e cloro dell’acqua e regolatele se necessario. Mantenere un equilibrio chimico corretto aiuta a prevenire la crescita delle alghe.

Filtrazione: assicuratevi che il sistema di filtrazione della piscina funzioni correttamente e pulite i filtri regolarmente. Un sistema di filtrazione efficiente aiuta a rimuovere le alghe e altri contaminanti dall’acqua.

Utilizzo di alghicidi: considerate l’utilizzo di un antialghe di qualità come parte della vostra routine di manutenzione della piscina. Gli alghicidi prevengono la crescita delle alghe e mantengono l’acqua pulita e cristallina.

Copertura della piscina: utilizzate una copertura per piscina quando non la utilizzate, in modo da limitare l’esposizione alla luce solare e ridurre la crescita delle alghe.

Circostanze ambientali: controllate regolarmente l’area intorno alla piscina per assicurarvi che non ci siano fonti di nutrienti, come foglie in decomposizione o fertilizzanti, che possano favorire la crescita delle alghe.

Conclusioni

Tenere la vostra piscina libera dalle alghe richiede attenzione e cura regolare, ma i risultati valgono lo sforzo. Seguendo i passaggi su come eliminare e prevenire le alghe nella piscina, potrete godervi un’acqua pulita e invitante tutto l’anno.

Un aneddoto personale che mi piace condividere riguarda una volta in cui ho trascurato la manutenzione della mia piscina durante una vacanza di due settimane. Al mio ritorno, ho scoperto che la piscina era diventata verde e piena di alghe. Ho impiegato diversi giorni e molto sforzo per ripulirla e riportarla alle condizioni originali. Da allora, ho imparato l’importanza di monitorare e mantenere i livelli chimici dell’acqua e di eseguire una manutenzione regolare, anche quando mi assento per brevi periodi.

Spero che questa guida dettagliata vi sia stata utile e che i miei aneddoti personali vi abbiano fornito una prospettiva aggiuntiva sull’importanza di prendersi cura della vostra piscina. Ricordate, la prevenzione è la chiave per mantenere la vostra piscina libera dalle alghe e garantire un’esperienza di nuoto piacevole e sicura.

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Come Coltivare Funghi in Casa

Se coltivare i funghi in casa è una delle vostre aspirazioni e non temete di cimentarvi nella realizzazione di una piccola fungaia fai da te, allora siete al posto giusto. Con questa breve guida vi daremo qualche utile consiglio per avviare una piccola produzione di funghi, in casa o in giardino.

COSA SERVE PER INIZIARE

Per poter coltivare i funghi in casa avrete bisogno di un briciolo di organizzazione e di pochi elementi base, quali:

Una cassetta di legno a bordo alto, come quelle usate per la frutta o per la verdura.

Un sacchetto di plastica nero per foderare l’interno della cassetta.

Del substrato, ovvero del terreno colturale composto da una miscela di letame molto maturo, paglia, foglie e scarti vegetali secchi in quantità adatte per riempire la cassetta.

Circa 2 kg di terra fine non troppo acida, corretta con un pugno di polvere di gesso, che dovrete sterilizzare in forno ad una temperatura di 80° C. Si raccomanda di non superare la temperatura consigliata altrimenti verranno uccisi anche i batteri buoni utili allo sviluppo del micelio.

Una quantità di circa 30 gr di micelio di fungo che trovate in qualsiasi consorzio agrario o negozio per l’agricoltura e per il giardinaggio. Sono disponibili diverse tipologie di micelio come lo Champignon, i Pioppini, i Pleurotus a seconda di quello che volete coltivare.

PROCEDIMENTO

Lavate con molta attenzione la cassetta e una volta asciugata per bene foderatene l’interno con il sacchetto nero, coprendo ogni spazio e lasciando un lembo più lungo in modo da utilizzarlo come copertura. A questo punto prendete il substrato che avete miscelato precedentemente e versatelo nella cassetta compattandolo, per non lasciare spazi di aria, fino a 5 cm dal bordo superiore. Bagnate bene con acqua tutta la superficie, coprite con il lembo del sacchetto nero e fate riposare per due settimane in modo che eventuali processi di fermentazione si esauriscano.

Trascorse le due settimane dovrete porre il micelio da voi scelto all’interno di alcune buchette, profonde 3-4 cm, che procederete a fare nel substrato alla distanza di 10-15 cm l’una dall’altra. Bagnate di nuovo tutto, coprite con il lembo del sacchetto e riponete in un ambiente alla temperatura compresa tra 22-28° C. Dopodiché per mantenere la giusta umidità annaffiate tutti i giorni senza però creare degli accumuli di acqua.

Dopo aver ripetuto questo procedimento per 20 giorni circa, in prossimità delle buchette si sarà formata una sorta di muffa bianca, è il micelio che sta affiorando. A questo punto ricoprite tutto il substrato con un nuovo strato di terra sterile e non acida spesso 1-2 cm e subito dopo bagnate, compattate delicatamente e lisciate. La cassetta così preparata andrà ricoperta con il telo di plastica solo parzialmente e riposta in un ambiente ad una temperatura ideale tra 12-14° C. In questa seconda fase è bene conservare la cassetta in un luogo ombreggiato, pulito, umido e fresco, come ad esempio un angolo esterno della casa che però non sia esposto al sole e al vento. Bagnate tutti i giorni per mantenete la giusta umidità senza creare ristagni d’acqua.

All’incirca 15-20 giorni dopo, i primi funghi faranno la loro comparsa e cresceranno fino a quando, raggiunta la dimensione giusta, saranno raccolti con l’aiuto di un coltellino e senza strapparli dal terreno. Continuate ad annaffiare regolarmente il micelio che così produrrà funghi per circa 4-6 mesi, e a riprese, in relazione alla qualità del substrato e alle condizioni ambientali.

Se non avete il tempo necessario da dedicare alla preparazione del substrato oppure avete difficoltà a reperire i materiali, in commercio esistono dei substrati già pronti all’uso, molto pratici ed economici. Dovrete solo annaffiarli e i funghi spunteranno in men che non si dica. I kit pronti, reperibili in vivai oppure su internet, offrono una grande varietà di coltivazioni come Pleurotus, Pioppini, Chiodini, Corallini, Champignon e molti altri.

RACCOMANDAZIONI

Per la coltivazione dei funghi è bene mantenere la massima igiene in quanto sono molto sensibili a malattie e parassiti, perciò ricordate di effettuare la sterilizzazione in forno a 60-80° C per un paio di ore. Mantenete pulito il luogo dove andrà posizionata la cassetta, meglio se poggiata su due mattoni, attraverso una spolverata di calce oppure distendendo a terra un telo di plastica. Laddove, durante la crescita, dovessero comparire muffe o macchie toglietele subito con un coltellino.