Cucina

Come Preparare Risotto di More e Lamponi

In questo ultimo periodo Marianna sta sostituendo alla grande il ruolo del Calzinaio Matto, diventando sempre più fonte inesauribile di ispirazione per i miei post. E non lo fa apposta, è solo che passiamo talmente tanto di quel tempo insieme che per forza di cose alla fine c’entra sempre con quello che mi capita.
Giusto l’altra sera mi ha chiamata alle 20,30 mentre stavo per infilarmi sotto la doccia, pregustandomi la cena che avrei da lì a breve consumato in lingerie e maglietta a gambe incrociate sul divano, per dirmi se mi fosse andato di aiutare il destino nel rincontrare “per caso” il tipo di cui vi ho parlato qualche post fa, quello con cui i tempi coincidono anche quando non faccio niente per farli coincidere.
La ragazza ci sa fare! Mi ha presa per la gola e giusto il tempo di passare il rimmel e infilarmi un paio di jeans aderenti – quelli chiari, ovviamente – che ho sostituito subito il divano con una sedia del locale. Il parcheggio, come è ovvio che sia quando decidi di abbinare un tacco 12 sotto al solito jeans con il quale invece indossi la scarpa bassa per andare a lavoro, l’ho trovato a migliaia di chilometri dall’appuntamento e mentre camminavo tutta concentrata sulla mia ricerca dell’equilibrio – no, non mentale, a quello ci ho già rinunciato qualche mese fa – mi sbucano da dietro due ragazzini con berretto da baseball in testa e jeans con cavallo basso, e uno di questi se ne esce: “Ah bella topolona!”.
A me? No, dico, a me! Ma mi ha vista bene? Sembro tipa che fa passare lisce uscite del genere? E infatti nemmeno il tempo di finire la frase, che mi sono voltata e con gli occhi di una furia l’ho fulminato seduta stante, tanto che si è dovuto trattenere i pantaloni per non rimanere in mutande. Vi faccio accontentare dell’immagine di questa scena e vi evito di sintetizzare anche l’accompagnamento verbale al mio sguardo.
Lì per lì mi sono voltata e dopo qualche secondo non ho più pensato all’accaduto, anche perché, come potete immaginare, una volta arrivata al locale ho avuto altro a cui pensare! Il giorno dopo, però, mi sono svegliata con questo pensiero in testa e una domanda martellante nel cervello, a cui non sono ancora riuscita a dare risposta. E dato che nessuno potrà soddisfare la mia curiosità se non i protagonisti seriali di queste scenette becere e surreali, vi annuncio a chiare lettere che il prossimo tizio che proverà a fare un fischio nella mia direzione, o a mandare baci con la bava alla bocca, o a commentare con un “ah gnocca”, non verrà malamente insultato – promesso – ma lo avvicinerò con tutta la calma di questo mondo per porgli la fatidica domanda, quella che ogni donna si è posta almeno una volta nella vita ma non ha mai avuto il coraggio di fare, ossia: “dimmi la verità, oh tu uomo che sei conferma vivente della teoria che derivate dai cavernicoli, ma nel tuo score di acchiappi, sempre che non sia ancora fermo al numero zero, quanta percentuale di riuscita hai mai ottenuto con questo tuo metodo che osare definire rozzo, straziante, becero, volgare e offensivo è solo un eufemismo? E dimmi sempre la verità, te ne prego, esistono al mondo donne, e dico donne non presunte tali, che si sono mai voltate a lasciarti il loro numero di telefono al suono del tuo fischio?”
E nel frattempo che mi capiterà l’occasione di sciogliere questo nodo cruciale e di essere così eletta prima paladina dei dubbi femminili verso il mondo “uomini che incontri per strada e vorresti schiacciare come fossero scarafaggi e non sollevare il piede dalla loro faccia finché non diventi moquette da marciapiede”, per pensare ad altro vi racconto il piatto che ci ha offerto il tipo col quale i tempi coincidono e che anche quando non lo fanno interviene Marianna ad invitarlo a mangiare con noi per prendersi un attimo di pausa!

RISOTTO DI MORE E LAMPONI

Ingredienti per 4 persone:
– 320 g di RISO arborio
– 1 SCALOGNO
– 1/2 bicchiere di SPUMANTE
– 1 litro di BRODO VEGETALE
– 40 g di BURRO
– 250 g di LAMPONI
– 200 g di MORE
– 4-5 foglioline di MENTA fresca
– 40 gr di PARMIGIANO
– SALE

Preparazione:
1) tagliare finemente lo scalogno;
2) frullare insieme le more e i lamponi, lasciandone da parte qualcuno per guarnire;
3) fare un litro di brodo vegetale (anche usando il dado va benissimo) e lasciarlo in caldo sulla fiamma bassa;
4) far rosolare lo scalogno in una casseruola con il burro e le foglioline di menta
5) una volta rosolato, aggiungere il riso
6) far tostare ben bene il riso, a questo punto versare 1/2 bicchiere di spumante
7) fate rapprendere ed evaporare lo spumante e solo dopo iniziare a versare un pò di brodo, poco alla volta.
8) ricordarsi di girare sempre il riso per evitare che si attacchi al fondo della casseruola
9) a metà cottura, versare la frutta frullata e continuare a girare
10) lasciate cuocere finche’ il tutto non avra’ la consistenza di una crema
11) poco prima di spegnere il fuoco, aggiungere l’altra metà delle fragole tagliate a pezzettini
12) ancora due minuti ed il risotto è pronto

Molto semplice.

Casa

Come Fare la Lavatrice

Single o no primo o poi ci tocca…e saremo: noi i panni e la lavatrice!!!
Il c’era una volta della massaia, ci parlava di bucato con la cenere!!Cenere di legna che essendo ricca di sostanze potassiche agiva sui grassi riducendoli in goccioline finissime!(oggi il mercato è pieno di prodotti ingannevolmente a base di cenere!! Assurdo!! farebbero di tutto per farci cadere nell’acquisto!!!)
Ma soprattutto parlava di tanto lavaggio a mano.
Fortunatamente o no ,oggi esistono spaziali lavatrici che simulano quasi perfettamente il lavaggio a mano, quindi anche delicati come seta e lana possono essere lavati senza alcun rischio.
Personalmente alcuni capi preferisco sempre gestirli io..mancanza di fiducia completa della macchina? ancoraggio estremo alle vecchie tradizioni? Chissà…comunque sul lavaggio a mano altro post!!

Tornando a noi:
ecco secondo me i punti essenziali da conoscere in modo da potersi cimentare nel lavaggio con meno timore di sbagliare.La pratica vi farà svolgere il tutto poi in 10 minuti!!Ve lo assicuro!

– conoscere i simboli etichette (almeno le basilari!!)- selezionare i capi
– pretrattamento capi sporchi
-caricamento lavatrice e scelta programma giusto

Conoscere tutti i simboli etichette sui vestiti

Loro vi aiuteranno e vi diranno come vogliono e devono essere lavati!
Quindi prima di staccare tutte quelle etichette fastidiose ricordiamoci sempre di lasciare quella sulle indicazioni trattamento!!soprattutto se siamo single alla deriva!!
In genere ne troviamo 5 perchè sono 5 le indicazioni
– lavaggio
– asciugatura
– stiraggio
– candeggio
-pulitura a secco


LAVAGGIO

Indica a quanti gradi massimo possono essere lavati i capi in lavatrice. Di solito sono:
max 95° per le lenzuola bianche, con centrifuga normale
max 60° per le lenzuola colorate
max 40° per le magliette colorate
max 30° per tutti i capi che hanno i colori molto delicati.

Tutti questi lavaggi prevedono risciacqui e centrifughe normali

Quando compare sotto la vaschetta la riga vuol dire che il capo deve essere lavato con programma delicato sino ad un massimo della temperatura indicata.

Se non vi è linea vuol dire che si può fare il Programma cotone con velocità massima.
Se c’è 1 linea sta ad indicare il Programma di capi sintetici con una velocità media
Se ci sono 2 linee indica che occorre eseguire un Programma lana cioè con velocità minima.

Il capo deve essere lavato solo a mano!

Tutti i simboli con X sono ciò che dobbiamo evitare,in questo caso il capo non deve essere lavato con acqua!

ASCIUGATURA

Tamburo rotativo… mamma mia che parolone!! Ovvero l’asciugatrice.

Cerchio con due punti. Asciugare normalmente nell’asciugatrice.
Cerchio con un punto. Asciugare nell’asciugatrice con il programma delicato.
Cerchio barrato con X. NON asciugare nell’asciugatrice.

STIRAGGIO

Qui manca il ferro da stiro con la x che vuol dire NON STIRARE:
Il resto parla da solo, ricordo che si trova il ferro con un solo pallino meglio non usare il vapore. Si può eventualmente utilizzare la pressa da stiro sfruttando la modalità senza vapore.

LAVAGGIO A SECCO
Vi aggiungo altri simboli che potreste trovare , alcuni più utili se li portate alle lavasecco.

W barrata con la X Lavare solo a secco.
P. L’indumento può essere pulito con solventi percloroetilene, idrocarburi, R113 ed R11
F. L’indumento può essere pulito con solventi R113 e idrocarburi.
W. L’indumento può essere sottoposto ad un procedimento di lavaggio ad umido.
P. CON LINEA SOTTO L’indumento può essere pulito con solventi percoloroetilene, idrocarburi, R113 ed R11, nel rispetto dei limiti per quanto riguarda la temperatura e l’umidità.
F. CON LINEA SOTTO L’indumento può essere pulito con solventi R113 e idrocarburi, nel rispetto dei limiti per quanto riguarda la temperatura e l’umidità.
W. CON LINEA SOTTO Il capo può essere sottoposto ad un procedimento di lavaggio a umido con alcune limitazioni all’azione meccanica.

Come selezionare i capi per il lavaggio

Per comodità e funzionalità io ho una cesta dei panni divisa in due.. comprata al magico mondo IKEA, in questo modo almeno la selezione principale si compone da sola, ovvero scuri e chiari. Un unico contenitore con divisorio all’interno.
Lo so esistono i fantastici panni cattura colore, che comunque tengo in casa.. ma cerco d’evitarli anche perchè i panni sporchi in casa mia sono tantissimi quindi non ho problemi di caricare lavatrici mezze vuote ed essere costretta alla miscellanea!!!
Veniamo a noi…
Selezionare i capi vuol dire anche conoscere i simboli etichette.La selezione è su quattro punti:

Selezione tipo di tessuto dividere cotone dalla lana e seta, non lavarli mai assieme!
Selezione temperatura attenersi alle temperature indicate sulle etichette, piuttosto stare bassi che più alti.
Selezione grado di sporco meglio dividere i capi poco sporchi, esiste sempre un programma giornaliero nella lavatrice che ci farà risparmiare corrente e detersivo.I capi sporchi hanno bisogno di trattamento più intensivo..
Selezione colore come detto esistono i panni cattura colore colore, ma se è possibile meglio evitarli.. infondo sono una spesa in più che con pochi accorgimenti si può evitare!!I capi neri e rossi tendono a scolorire facilmente quindi obbligo separarli fra loro e soprattutto dai bianchi o comunque chiari.!!

Pretrattamento capi sporchi

I tessuti molto sporchi teoricamente andrebbero lavati ,comunque trattati subito…per quanto mi riguarda raramente riesco ad essere così tempestiva!!.. anche per pigrizia…Farò in seguito un post su come trattare le varie macchie.. quelle odiose per capirci, comunque il concetto di base è che prima d’inserire i panni in lavatrice passateli velocemente al vostro occhio.. e dove vedete macchie passate il famoso pezzo di sapone di Marsiglia appena umido..talvolta uso anche smacchiatori a spruzzo, che dire… funzionano.. ma amo prodotti più naturali per pulire,più sani per la mia pelle più sani per i capi e lavatrice!!Ricordate comunque che le macchie a seconda della loro origine possono essere:dissolte, emulsionate o assorbite.. per questo la tempestività è importante, e il metodo che usiamo per toglierle.
Dissolventi sono l’acqua tiepida( su sciroppi e sostanze zuccherine),l’alcool,la benzina,assorbenti sono il talco, la farina (grassi …) emulsionanti il sapone.

Caricamento e scelta del programma

Caricare bene la lavatrice è importante sia per una buon resa del pulito sia per il risparmio energetico.
Se il cestello è troppo pieno non gira bene,quindi i capi non verranno puliti bene, al contrario un cestello semivuoto è un vero spreco energetico.

Quando il cestello è caricato bene?
Quando una volta riempito possiamo inserire la mano stesa ben aperta.
Ricordarsi che in caso di lavaggio lana va riempito al massimo a metà!!La lana assorbe molta acqua, troppi capi porterebbero al non lavaggio… e aperto il cestello vi potreste trovare maglie addirittura in alcuni punti asciutte!!!!
5. La centrifuga
Volevo spendere due parole su questa funzione.
Il suo scopo è quello di ridurre la quantità d’acqua nel capo, quindi una rapida asciugatura, ma molti sono i suoi svantaggi(restringimento del tessuto) quindi meglio non abusare e in alcuni casi evitare totalmente per non danneggiare l’indumento.(vedi lana o seta)
I capi di cotone come lenzuola ,asciugamani,asciughini,tovaglie,mutande.. possono essere centrifugati tranquillamente ad alto giro anche se consiglio di non superare mai i 550 giri.
Le t-shirt in particolare una volta lavate è bene sempre tirarle prima di stenderle.. in modo da riallungare la fibra.
I capi di lana NON vanno centrifugati.. quindi deselezionarla sempre!!!Altrimenti troverete vestiti per le barby !

Consiglio inoltre soprattutto d’estate con le belle giornate evitare centrifughe alte.. i panni stesi più bagnati risulteranno meno stropicciati!!!e vi faranno risparmiare tempo e soldi durante la stiratura!!

Conclusioni

Svuotare il cesto panni sporchi, dividere capi di lana e seta da quelli di cotone.
Separare neri dai chiari.. guardare quale gruppo raggiunge il pieno carico(per un risparmio energetico),a questo punto vedere se i capi scelti hanno lo stesso grado ti sporco, ricordandovi che i più robusti (lino, cotone, biancheria) sopportano fino a 90°, i bianchi non troppo sporchi e i sintetici resistenti fino a 60°, e i delicati o le fibre come lycra, nylon, lana e seta, non devono superare i 30° e niente centrifuga!
Pretrattare i capi con macchie con sapone al pezzo o il prodotto che preferite…
Se siete incerte sull’uso della candeggina, prima di aggiungerla(sinceramente io la sconsiglio..), controllare sull’etichetta che il simbolo corrispondente (triangolo) non abbia una croce sopra (in tal caso non effettuate il candeggio).
Attente anche alla quantità di detersivo e ammorbidente da versare nella vaschetta. Ne parleremo in seguito comunque cercate di evitare l’uso dell’ammorbidente perchè fa malissimo alla pelle, rovina le fibre… le allarga ,le sfibra in poche parole e fa effetto peggiore della varichina..ovvero buchi!!!Inoltre consiglio l’uso dell’aceto bianco.. versato direttamente nella vaschetta dell’ammorbidente.. toglie il calcare dall’acqua quindi rende i capi più morbidi senza rovinarli.. e poi aiuta a non farli stingere.
Non caricate eccessivamente il cestello
Evitate di centrifugare i capi delicati come foulard di seta, maglie di lana o tende .
Per salvaguardare invece intimo di pizzo, merletti e paillettes, proteggete i capi all’interno di una federa di cotone bianco.
Per evitare di scolorire jeans, gonne o pantaloni scuri, lavateli al rovescio e a freddo , senza lasciarli a lungo nel cestello al termine del lavaggio e non stendeteli al sole, regola valida per ogni indumento sia bianco(ingiallisce) sia colorato (scolorisce).
Stendere sempre a rovescio.

Fai da Te

Come Sfruttare gli Insetticidi Naturali

In mancanza di D.D.T. potete sempre far ricorso a certe piante che hanno dimostrato la loro efficacia contro parecchi nemici.

Conoscete per esempio il tagete, che si chiama anche «garofano d’India» dai petali gialli, arancioni o picchiettati di bruno, che diffonde un forte odore pepato e muschiato e che può disturbare certi olfatti sensibili? ,
In Africa, se ne intrecciano delle ghirlande messe a seccare nelle case per allontanare le mosche. Perché non provare anche voi questa bella ricetta colorata?
Se si fanno bollire le foglie di tagete, si ottiene un decotto che, utilizzato polverizzandolo sulle piante del giardino, allontana i pidocchi, i bruchi ed altri nemici nascosti sotto terra come gli aleuroni e i nematodi. D’altronde, in giardino, avete tutto l’interesse a coltivare i garofani d’India perché le loro radici emettono delle sostanze che impediscono la proliferazione dei funghi e delle lumache: sono veramente la panacea universale! E saprete tutto quando ricorderete che queste sostanze hanno anche la proprietà di non piacere alle erbacce che preferiscono allontanarsi e installarsi in un altro territorio!

Il geranio «rosato» (Pelargonium graveolens) ha delle foglie molto ritagliate che evocano piuttosto una felce che le foglie del geranio tradizionale. Il loro odore ha una forte dominante di melissa e disturba sovranamente mosche e zanzare: piantatelo sul bordo della finestra come si fa d’altronde nel Mezzogiorno e nelle Lande. Questi gerani dal profumo tanto particolare possono essere collezionati, perché ne esistono parecchie varietà dagli odori molto diversi.

Le ortiche hanno molti difetti, tra gli altri quello di bruciare dolorosamente la pelle, ma possono giocare un ruolo molto efficace contro i pidocchi a condizione di farle fermentare per ottenere lo scolo di ortiche. A questo scopo, bisogna riempire un recipiente abbastanza alto (tipo fusto o barile) di foglie di ortiche e aggiungervi dell’acqua fino al bordo. Fin dal secondo giorno, le ortiche fermentate sono utilizzabili come strumento di lotta preventiva contro i pidocchi. Inoltre, questo liquido, molto ricco d’azoto, è un meraviglioso concime naturale.

Le pulci detestano l’odore delle foglie fresche di pomodoro, così come le mosche. Coltivate dei pomodori sul davanzale della finestra: non hanno bisogno di molta terra per svilupparsi e possono perfettamente crescere in vaso.

Il limone, per il suo odore, fa scappare le formiche (particolarmente quando è ammuffito!). Utilizzatene il succo per cospargere tutto quanto potrebbe essere alla loro portata.

Quanto all’aglio, certi giardinieri affermano che basta piantarne qualche spicchio sotto le piante amate dai pidocchi per vederli disertare.

Preparerete una ricetta ancora più efficace contro questi neri nemici del giardino, sbucciando degli spicchi d’aglio freschi ai quali mescolerete una cucchiaiata di schegge di sapone di Marsiglia, il tutto messo a bagno per una notte nell’acqua calda. L’indomani, polverizzerete questo decotto sulle piante attaccate e vedrete fuggire i pidocchi (e forse fuggirete voi stessi perché l’odore è veramente temibile!). Ricominciate questo trattamento parecchie volte, perché si dimostri efficace.

Fai da Te

Come Coltivare Funghi in Casa

Se coltivare i funghi in casa è una delle vostre aspirazioni e non temete di cimentarvi nella realizzazione di una piccola fungaia fai da te, allora siete al posto giusto. Con questa breve guida vi daremo qualche utile consiglio per avviare una piccola produzione di funghi, in casa o in giardino.

 

 

COSA SERVE PER INIZIARE

Per poter coltivare i funghi in casa avrete bisogno di un briciolo di organizzazione e di pochi elementi base, quali:

Una cassetta di legno a bordo alto, come quelle usate per la frutta o per la verdura.

Un sacchetto di plastica nero per foderare l’interno della cassetta.

Del substrato, ovvero del terreno colturale composto da una miscela di letame molto maturo, paglia, foglie e scarti vegetali secchi in quantità adatte per riempire la cassetta.

Circa 2 kg di terra fine non troppo acida, corretta con un pugno di polvere di gesso, che dovrete sterilizzare in forno ad una temperatura di 80° C. Si raccomanda di non superare la temperatura consigliata altrimenti verranno uccisi anche i batteri buoni utili allo sviluppo del micelio.

Una quantità di circa 30 gr di micelio di fungo che trovate in qualsiasi consorzio agrario o negozio per l’agricoltura e per il giardinaggio. Sono disponibili diverse tipologie di micelio come lo Champignon, i Pioppini, i Pleurotus a seconda di quello che volete coltivare.

 

PROCEDIMENTO

Lavate con molta attenzione la cassetta e una volta asciugata per bene foderatene l’interno con il sacchetto nero, coprendo ogni spazio e lasciando un lembo più lungo in modo da utilizzarlo come copertura. A questo punto prendete il substrato che avete miscelato precedentemente e versatelo nella cassetta compattandolo, per non lasciare spazi di aria, fino a 5 cm dal bordo superiore. Bagnate bene con acqua tutta la superficie, coprite con il lembo del sacchetto nero e fate riposare per due settimane in modo che eventuali processi di fermentazione si esauriscano.

Trascorse le due settimane dovrete porre il micelio da voi scelto all’interno di alcune buchette, profonde 3-4 cm, che procederete a fare nel substrato alla distanza di 10-15 cm l’una dall’altra. Bagnate di nuovo tutto, coprite con il lembo del sacchetto e riponete in un ambiente alla temperatura compresa tra 22-28° C. Dopodiché per mantenere la giusta umidità annaffiate tutti i giorni senza però creare degli accumuli di acqua.

Dopo aver ripetuto questo procedimento per 20 giorni circa, in prossimità delle buchette si sarà formata una sorta di muffa bianca, è il micelio che sta affiorando. A questo punto ricoprite tutto il substrato con un nuovo strato di terra sterile e non acida spesso 1-2 cm e subito dopo bagnate, compattate delicatamente e lisciate. La cassetta così preparata andrà ricoperta con il telo di plastica solo parzialmente e riposta in un ambiente ad una temperatura ideale tra 12-14° C. In questa seconda fase è bene conservare la cassetta in un luogo ombreggiato, pulito, umido e fresco, come ad esempio un angolo esterno della casa che però non sia esposto al sole e al vento. Bagnate tutti i giorni per mantenete la giusta umidità senza creare ristagni d’acqua.

All’incirca 15-20 giorni dopo, i primi funghi faranno la loro comparsa e cresceranno fino a quando, raggiunta la dimensione giusta, saranno raccolti con l’aiuto di un coltellino e senza strapparli dal terreno. Continuate ad annaffiare regolarmente il micelio che così produrrà funghi per circa 4-6 mesi, e a riprese, in relazione alla qualità del substrato e alle condizioni ambientali.

Se non avete il tempo necessario da dedicare alla preparazione del substrato oppure avete difficoltà a reperire i materiali, in commercio esistono dei substrati già pronti all’uso, molto pratici ed economici. Dovrete solo annaffiarli e i funghi spunteranno in men che non si dica. I kit pronti, reperibili in vivai oppure su internet, offrono una grande varietà di coltivazioni come Pleurotus, Pioppini, Chiodini, Corallini, Champignon e molti altri.

 

 

RACCOMANDAZIONI

Per la coltivazione dei funghi è bene mantenere la massima igiene in quanto sono molto sensibili a malattie e parassiti, perciò ricordate di effettuare la sterilizzazione in forno a 60-80° C per un paio di ore. Mantenete pulito il luogo dove andrà posizionata la cassetta, meglio se poggiata su due mattoni, attraverso una spolverata di calce oppure distendendo a terra un telo di plastica. Laddove, durante la crescita, dovessero comparire muffe o macchie toglietele subito con un coltellino.

 

Cucina

Come Preparare il Rotolino Arabo

Avete mai pensato al perché quando due persone si separano, usiamo dire che “si lasciano”? Io ci stavo riflettendo ieri sera sdraiata sul letto di Marianna. Il filo del pensiero è nato proprio a causa di questo letto e alla vita sconclusionata che sto vivendo da qualche mese a questa parte. Quando mi sono “lasciata”, ho “lasciato” tante cose e non solo il Calzinaio Matto. Per iniziare insieme a lui ho lasciato il gatto, la cucina, il letto e l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Ma improvvisamente da quando mi sono sdraiata su questo letto, mi sono accorta che tutto dipende da che punto di vista guardiamo le cose. Perché se è vero che ho perso un letto, è anche vero che ho conquistato una piazza da Marianna, un divano e un soppalco da Veronica, i grattini di mio fratello quando mi sento sola e triste e mi infilo con lui sotto le pezze, un cuscino anche da Claudia e una sdraio da Piergiorgio. E a proposito di cucina, è vero che ora non ho nemmeno una padella per cuocere un uovo al tegamino, ma è anche vero che stanno finendo di montarmene una da far invidia alla Clerici e da poter fotografare per la nuova rubrica “tifo kitsch” di Lazialità.
Insomma, quello che voglio dire è che nella vita, soprattutto quando si decide di fare passi così importanti come il “lasciare” qualcosa o qualcuno, serve sempre il pensiero positivo, la capacità di guardare al bicchiere mezzo pieno e magari, se proprio tutto questo non basta, di scolarselo con qualche amico. Funziona!
Cose che pensiamo di cui non potremmo mai farne a meno, persone che pensiamo non potremmo mai vivere in altra maniera, con un po’ di coraggio e magari anche un pizzico di follia, riusciamo ad inquadrarle sotto un’altra luce.
Ho lasciato il Calzinaio Matto, ma ho conquistato un amico a cui non devo più raccogliere i calzini in ogni angolo di casa.
Ho lasciato la cucina, ma ho conquistato una nuova verve per tornare a scrivere il blog.
Ho lasciato un letto, ma ho conquistato un sacco di case in più dove rifugiarmi.
In sintesi, quello che voglio dire a tutti quelli che si trovano nella situazione in cui io mi sono trovata pochi mesi fa, è che un letto è un letto, in qualsiasi casa ci accolga. E non può essere la comodità di un giaciglio confortevole a farci rimanere incollati ad un materasso vecchio e che ormai ha preso una brutta forma. Anche se quella forma gliel’abbiamo impressa noi. Spesso la cosa migliore è sostituirlo con uno nuovo, anche se all’inizio può costare un po’ ed è ancora tutto da plasmare. Ma proprio per questo dovremmo essere invogliati a sdraiarci sopra ogni volta che lo abbiamo davanti. E se si trova il coraggio di buttare il vecchio materasso, che magari era anche pieno di acari, e di acquistarne un altro, magari anche ergonomico con funzione memory per la nostra forma, la cosa migliore che si possa fare per inaugurarlo è fare la cosa che sicuramente prima ci veniva impedita: mangiarci sopra!
E allora, per tutti quelli che stanno decidendo di dare nuova forma ad un nuovo materasso, ecco la ricetta per inaugurarlo, il ROTOLINO ARABO.

Ricetta “rubata” al bar di Stefano, proprio sotto il mio ufficio. E penso proprio che con questa vita da single, gli ruberò ben presto qualche altra idea!
Per chi vuole sperimentare: Via Montello, 12 – quartiere Prati – Roma

ROTOLINO ARABO

Ingredienti:
– 80 g di straccetti di POLLO
– 50 g di YOGURT MAGRO
– qualche fogliolina di INSALATA
– una spruzzata di CURRY
– 1 PIADINA bella grande
– 1 cucchiaino di MIELE
– una noce di SENAPE
– OLIO extravergine di oliva

Preparazione:
1) lessare gli straccetti di pollo in acqua salata
2) e poi lasciarli raffreddare in un recipiente capiente
3) una volta raffreddati, aggiungere yogurt e mescolare fino a completo amalgamamento
4) poi aggiungere il miele, la senape, il curry
5) mescolare e solo in fine passare un goccio d’olio
6) stendere la piadina e al centro disporre il pollo ben condito
7) aggiungere qualche foglia di insalata sopra e arrotolare la piadina
8) se volete potete anche scaldare, ma è buonissimo anche così.

Molto semplice.