Lavori Domestici

Come Preparare la Rosetta Romana

In questo periodo la mia amica Runci va via come il pane, o come meglio precisa Marianna quando le racconto le cronache dal mondo runciano, va via come le rosette calde. E devo dire che sarebbe impossibile il contrario, perché è nel suo periodo di massimo splendore e sprigiona vivacità da ogni poro. Forse anche troppo, dato che sono due notti che torniamo tardi a casa e mentre io mi ruzzolo sul divano alla ricerca del mio plaid con ancora la maglietta addosso, lei gironzola per casa, su e giù per la scaletta, fuori e dentro dal bagno, per passarsi lo smalto all’una di notte, depilarsi alle 2,00, mangiare alle 3,00 “perché sai dopo tutta questa fatica mi è venuta proprio fame”, cacciare farfalle mai prese alle 3,30, cercare il rifugio delle farfalle in credenza alle 4,00 e finalmente darsi pace intorno alle 5,00, arrendendosi al fatto che se teniamo la finestra aperta e la luce accesa quelle entrano in casa per farle dispetto, ma almeno a quel punto trova finalmente soluzione nello spegnere la luce e decidendo di andare a dormire.
E poi chiacchiera, chiacchiera… e quando capisce che sto per chiudere anche il terzo occhio, quello della mente, perché gli altri due da un bel pezzo hanno calato la saracinesca, di soppiatto si sdraia accanto a me e nell’orecchio mi inizia a leggere gli ultimi messaggi che si è scambiata prima con quello della palestra, che però non ci piace più di tanto (ovviamente plurale maiestatis: non è che potrò lasciare il divano al primo che passa) perché la prima volta che ci è uscita lui ha chiesto alla cameriera di portargli una forchetta, peccato però che erano andati al giapponese e queste sono cose su cui – è chiaro – non ci si può passare sopra; poi con quello che sin da subito abbiamo eletto l’uomo della vita, o meglio l’ho eletto io, perché lei ogni due per due mi saltella in stanza, una volta per dirmi “quanto è dolce” e un’altra “mmm… questo non mi convince proprio”, a seconda che lui scriva se sta andando al cinema e quindi non potrà rispondere al cellulare, o se sta passando davanti ad un negozio di animali e ha avuto la brillante idea di comprare un cagnolino tutto per loro. E si sa che un cane dura almeno 15 anni ed è per questo che l’ho eletto uomo della vita.

Ma la causa delle occhiaie di domani mattina – le mie, non le sue, perché come vi ho detto questo periodo è talmente solare di suo che è passata dalle tre creme a strati spalmate ogni sera, al solo sapone per il viso la mattina – non è nessuno dei due tipi di cui vi ho raccontato poco fa. Il tipo in questione è quello che l’ha fermata domenica scorsa, mentre lei era in un centro commerciale completamente assorta a comprare la maglietta uguale identica a quella della Satta con i soldi risparmiati dalle tre creme che ora non mette più, chiedendole che partita di calcio si stesse ascoltando alla radio. Avete capito? Mentre io ero allo stadio circondata da uomini di tutte le specie che nemmeno alla tranquillità del 3° gol hanno pensato di distrarsi guardandosi intorno e magari nella mia direzione (no Daniele, tu non conti. Tu no uomo, tu Sampei e io non farò mai la fine del pesce da pasturare!), lei se ne andava in giro tutta scompigliata venendo rimorchiata da questo ragazzo che oltre ad essere alto (conditio sine qua non della Runci manco fosse figlia di un vatusso) è anche carino e pure simpatico. E dato che dovevamo scoprire se potevamo sostituirlo all’altro come uomo della vita, la sera dopo ci è uscita. L’incontro è andato bene, anche perché sono andati a mangiare la carne e lì la forchetta la doveva usare per forza, ma già dai messaggi del dopo incontro magari qualcosa l’avremmo dovuta intuire…
Tutto il giorno non hanno smesso di chattare, fino a quando è arrivato il momento runciano per eccellenza, ossia l’estetista per la sua preziosa manicure. Il tipo è entrato nel panico mandandole una serie di messaggi a raffica per sapere dove fosse, perché non rispondesse e come faceva a stare dall’estetista alle ore 23,30. Lei ha prima provato a spiegargli che con le dita dentro il fornetto del gel le era un po’ complicato digitare sulla tastiera – omettendo che in realtà era nel bel mezzo di una conversazione in cui spiegava quanto sia fondamentale saper mangiare con le bacchette – e poi gli ha anche inviato la foto dell’estetista come prova della veridicità dei fatti, ma evidentemente lui ha pensato stesse al circo con la donna cannone, perché le ha inviato un “buon anno” e ha spento il cellulare, per poi rifarsi vivo la mattina dopo con questo messaggio che riporto – giuro – fedelmente: “Se vuoi chiamami… Io credo sto per finire i soldi”.

Per fortuna, quando è arrivato il messaggio avevamo già attivato quel neurone a testa che le farfalle della Runci non avevano fatto in tempo a divorare durante la notte e dopo un “nun-gne-la-posso-fa” detto all’unisono, abbiamo convenuto insieme la seguente risposta: “Io i soldi li ho finiti con questo messaggio. Buona Pasqua”. Il tipo ha anche avuto il coraggio di rispondere, ma noi no… Vero, Runci???
Insomma, morale della favola: la mia Runci questo periodo sarà pure ambita come una rosetta calda, ma poi a mangiarsela non ci riesce nessuno, ovviamente tranne me! E siccome anche voi che avete la pazienza di leggere questo blog meritate la vostra rosetta calda, ecco a voi la ricetta.

Ingredienti

> Per la biga:
– 50 g di FARINA MANITOBA tipo 00
– 225 g di ACQUA minerale naturale
– 5 g di LIEVITO DI BIRRA fresco
> Per l’impasto:
– 100 g di FARINA
– 87 g di ACQUA MINERALE NATURALE
– 9 g di SALE
– 3 g di MALTO D’ORZO
– 4 g di LIEVITO DI BIRRA fresco
– 6 g di LECITINA DI SOIA (coadiuvante naturale)

Preparazione

1) sciogliere il lieveto nell’acqua
2) versare nell’impastatrice la farina e poi l’acqua
3) mettere a velocità 1
4) l’impasto è pronto quando omogeneo e non granuloso
5) prendiamo l’impasto e posiamolo con la forma di una palla su unna spiana di legno
6) copriamolo con un canovaccio e lasciamolo lievitare per almeno 24 ore
7) quella che otteniamo è la cosidetta biga
8) Il giorno dopo aggiungiamo alla biga gli altri ingredienti poco alla volta tranne il sale (sempre nell’impastatrice)
9) mandiamo l’impastatrice a velocità 1 per 10 minuti
10) quando l’impasto si è staccato completamente dalle pareti allora aggiungiamo il sale e aumentiamo la velocità a 3 o 4
11) prendere l’impasto e lasciarlo riposare almeno per 30 minuti
12) una volta riposato, stacchiamo dei pezzi da circa 80 g ciascuno e formiamo delle pallette
13) anche le pallette vanno fatte riposare per almeno 30 minuti coperte
14) a questo punto prenidiamo un tagliamele e pressiamo ciascuna palletta, senza arrivare fino in fondo
15) lasciamo lievitare per altri 60 minuti

Ora è possibile infornare. Forno statico a 250° per 25 minuti. Posare le forme ovviamente con la rosa in alto e su una teglia rivestita con carta forno.

Consumatori

Recensione Imetec Zero Glu

Ci troviamo questa volta ci troviamo a recensire una macchina del pane senza glutine realizzata da Imetec, studiata per venire incontro alle esigenze di celiaci e di tutti coloro che necessitano l’utilizzo di farine particolari nella propria dieta, stiamo parlando della Imetec 7815 Zero Glu, macchina che abbiamo testato per voi e di cui vogliamo fornirvi quante più informazioni possibile.
Cominciamo con il dire che la Imetec 7815 Zero Glu si presenta sotto un design moderno e luminoso, pur rimanendo abbastanza lineare e semplice. La sua forma è piuttosto compatta anche se le sue dimensioni non sono del tutto piccole. I colori predominanti sono acciaio nella parte centrale e bianco nella parte superiore, dove si trovano il coperchio e il pannello dei comandi. Quest’ultimo è dotato di un ampio display digitale e di 6 pulsanti che spiccano grazie al loro colore arancio.

Ma passiamo ora alle altre caratteristiche strutturali e gli accessori che contraddistinguono questo modello Zero-Glu. Possiamo notare che la Imetec Zero-Glu è dotata di ben 2 pale impastatrici e dispone di 5 cestelli antiaderenti: uno per il formato pane in cassetta (in grado di produrre fino ad 1 kg di pane), due per produrre pane formato ciabatta (2 formati ciabatte da 250g ciascuna per ogni contenitore) e due per produrre panini (6 formati panini da 80g ciascuno per ogni contenitore). Insieme alla macchina per il pane Imetec 7815 Zero Glu, in dotazione viene fornito anche un utile e accurato ricettario.

Funzionalità e Tecnologia Imetec 7815 Zero Glu

Dal punto di vista tecnico e funzionale, possiamo subito notare che la Imetec 7815 Zero Glu è stata dotata di un motore abbastanza potente, si parla di circa 920 watt.
La caratteristica funzionale che rende unico questo modello di macchina per il pane, riguarda la programmazione. La Imetec Zero Glu, infatti, dispone di ben 20 programmi, in grado di rispondere alle diverse lavorazioni e caratteristiche di ogni farina: 7 programmi sono dedicati alle farine senza glutine, 6 alle farine dietetiche (integrali, di farro, di kamut, ecc.) e gli altri 7 sono dedicati alla lavorazione di farine tradizionali e alle funzioni di solo impasto e cottura.

Tra le altre funzioni troviamo, inoltre, quella per la scelta del formato di pane da produrre (pagnotta, ciabatte o panini), quella per la scelta del livello di doratura (chiara, media o scura) e la funzione per l’avvio programmabile (posticipabile fino a 15 ore).

Test Imetec 7815 Zero Glu

Passiamo ora al nostro test sulla Imetec 7815 Zero Glu. Questa macchina del pane, ci è sembrata un elettrodomestico per la panificazione decisamente valido e completo. Semplice da utilizzare, offre una vasta gamma di programmi in grado di venire in contro ad ogni tipo di esigenza e ci è sembrata anche un’ottima alternativa per chiunque abbia problemi di intolleranze o abbia particolari necessità dietetiche.
La potenza di questa macchina per il pane Imetec è decisamente buona e abbiamo apprezzato il fatto che la macchina sia stata dotata di 2 pale impastatrici, che migliorano e facilitano la lavorazione dei vari impasti, e di diversi cestelli che ci hanno permesso di sperimentare anche i formati più piccoli di pane. Questo modello, infatti, ci ha dato la possibilità di realizzare dei panini di kamut e delle ciabattine senza glutine, senza grandi difficoltà. Ma non solo, i piccoli formati ci hanno permesso anche di preparare dei dolcetti e merendine utilizzando farine alternative.

La chicca in più sta nel ricettario che viene fornito in dotazione: con ben 100 ricette dettagliate e accurate, è un validissimo aiuto per riuscire a realizzare preparazioni sia dolci che salate con qualsiasi tipo di farina. I passaggi sono spiegati molto bene e si riescono a seguire dosi e istruzioni nel dettaglio senza alcuna fatica, praticamente si può preparare di tutto. Per quanto riguarda aspetti negativi, non abbiamo notato nulla di strano o di anomalo.

La macchina fa il suo lavoro, è robusta e molto versatile. Se proprio vogliamo trovare qualcosa da ridire, forse potremmo lamentarci del prezzo, leggermente superiore rispetto ad altri modelli e le dimensioni che non sono del tutto piccole. Ma se si tiene presente l’ottima qualità di questo elettrodomestico, l’ultra-funzionalità e le varie caratteristiche di cui la Imetec 7815 Zero Glu è stata dotata, riteniamo che entrambi questi aspetti sono più che giustificabili.

Scheda Tecnica

Potenza 920 watt
Programmi 20
Forme di pane 3
Avvio programmabile fino a 15 ore
Livelli di doratura 3
Display
Memoria in caso di mancata corrente per 15 minuti
Interruttore on/off
Contenitore antiaderente per panini 6 panini
Contenitore antiaderente per ciabatte 2 ciabatte
Gancio per estrazione pale
Colore bianco / acciaio
Ricettario in dotazione

Vantaggi e Svantaggi

Vantaggi
Potenza molta buona
Compatta
Ottimi materiali
5 cestelli in metallo antiaderenti
Partenza ritardata
3 livelli di doratura
3 forme di pane
7 programmi specifici per pane senza glutine
6 programmi specifici per farine dietetiche
2 pale impastatrici
Ricettario molto accurato e vario
Display digitale
Facile da usare
Rapporto qualità/prezzo molto buono

Svantaggi
Un po’ ingombrante

Conclusioni

La macchina del pane Imetec 7815 Zero Glu ci è sembrata un ottimo prodotto, particolarmente indicato per tutti coloro che necessitano di seguire un’alimentazione senza glutine e senza grano, ma anche per chi ha particolari esigenze dietetiche in quanto è in grado di lavorare un gran numero di farine alternative con ottimi risultati. I 20 programmi a disposizioni, le 3 possibili forme di pane che si possono scegliere (pagnotta, ciabatta e panini) e la possibilità di preparare impasti sia dolci che salati, rendono questa macchina per il pane estremamente versatile. Perfetta per tutta la famiglia, in quanto è fornita anche di programmi per le farine tradizionali, grazie alla sua capacità massima di 1kg la Imetec 7815 Zero Glu può essere ideale per nuclei famigliari medio-numerosi che sono alla ricerca di un elettrodomestico in grado di rispondere alle esigenze di tutti. Per concludere, secondo noi, il suo rapporto qualità/prezzo è molto buono.

Lavori Domestici

Come Fare la Lavatrice

Single o no primo o poi ci tocca…e saremo: noi i panni e la lavatrice!!!
Il c’era una volta della massaia, ci parlava di bucato con la cenere!!Cenere di legna che essendo ricca di sostanze potassiche agiva sui grassi riducendoli in goccioline finissime!(oggi il mercato è pieno di prodotti ingannevolmente a base di cenere!! Assurdo!! farebbero di tutto per farci cadere nell’acquisto!!!)
Ma soprattutto parlava di tanto lavaggio a mano.
Fortunatamente o no ,oggi esistono spaziali lavatrici che simulano quasi perfettamente il lavaggio a mano, quindi anche delicati come seta e lana possono essere lavati senza alcun rischio.
Personalmente alcuni capi preferisco sempre gestirli io..mancanza di fiducia completa della macchina? ancoraggio estremo alle vecchie tradizioni? Chissà…comunque sul lavaggio a mano altro post!!

Tornando a noi:
ecco secondo me i punti essenziali da conoscere in modo da potersi cimentare nel lavaggio con meno timore di sbagliare.La pratica vi farà svolgere il tutto poi in 10 minuti!!Ve lo assicuro!

– conoscere i simboli etichette (almeno le basilari!!)- selezionare i capi
– pretrattamento capi sporchi
-caricamento lavatrice e scelta programma giusto

Conoscere tutti i simboli etichette sui vestiti

Loro vi aiuteranno e vi diranno come vogliono e devono essere lavati!
Quindi prima di staccare tutte quelle etichette fastidiose ricordiamoci sempre di lasciare quella sulle indicazioni trattamento!!soprattutto se siamo single alla deriva!!
In genere ne troviamo 5 perchè sono 5 le indicazioni
– lavaggio
– asciugatura
– stiraggio
– candeggio
-pulitura a secco


LAVAGGIO

Indica a quanti gradi massimo possono essere lavati i capi in lavatrice. Di solito sono:
max 95° per le lenzuola bianche, con centrifuga normale
max 60° per le lenzuola colorate
max 40° per le magliette colorate
max 30° per tutti i capi che hanno i colori molto delicati.

Tutti questi lavaggi prevedono risciacqui e centrifughe normali

Quando compare sotto la vaschetta la riga vuol dire che il capo deve essere lavato con programma delicato sino ad un massimo della temperatura indicata.

Se non vi è linea vuol dire che si può fare il Programma cotone con velocità massima.
Se c’è 1 linea sta ad indicare il Programma di capi sintetici con una velocità media
Se ci sono 2 linee indica che occorre eseguire un Programma lana cioè con velocità minima.

Il capo deve essere lavato solo a mano!

Tutti i simboli con X sono ciò che dobbiamo evitare,in questo caso il capo non deve essere lavato con acqua!

ASCIUGATURA

Tamburo rotativo… mamma mia che parolone!! Ovvero l’asciugatrice.

Cerchio con due punti. Asciugare normalmente nell’asciugatrice.
Cerchio con un punto. Asciugare nell’asciugatrice con il programma delicato.
Cerchio barrato con X. NON asciugare nell’asciugatrice.

STIRAGGIO

Qui manca il ferro da stiro con la x che vuol dire NON STIRARE:
Il resto parla da solo, ricordo che si trova il ferro con un solo pallino meglio non usare il vapore. Si può eventualmente utilizzare la pressa da stiro sfruttando la modalità senza vapore.

LAVAGGIO A SECCO
Vi aggiungo altri simboli che potreste trovare , alcuni più utili se li portate alle lavasecco.

W barrata con la X Lavare solo a secco.
P. L’indumento può essere pulito con solventi percloroetilene, idrocarburi, R113 ed R11
F. L’indumento può essere pulito con solventi R113 e idrocarburi.
W. L’indumento può essere sottoposto ad un procedimento di lavaggio ad umido.
P. CON LINEA SOTTO L’indumento può essere pulito con solventi percoloroetilene, idrocarburi, R113 ed R11, nel rispetto dei limiti per quanto riguarda la temperatura e l’umidità.
F. CON LINEA SOTTO L’indumento può essere pulito con solventi R113 e idrocarburi, nel rispetto dei limiti per quanto riguarda la temperatura e l’umidità.
W. CON LINEA SOTTO Il capo può essere sottoposto ad un procedimento di lavaggio a umido con alcune limitazioni all’azione meccanica.

Come selezionare i capi per il lavaggio

Per comodità e funzionalità io ho una cesta dei panni divisa in due.. comprata al magico mondo IKEA, in questo modo almeno la selezione principale si compone da sola, ovvero scuri e chiari. Un unico contenitore con divisorio all’interno.
Lo so esistono i fantastici panni cattura colore, che comunque tengo in casa.. ma cerco d’evitarli anche perchè i panni sporchi in casa mia sono tantissimi quindi non ho problemi di caricare lavatrici mezze vuote ed essere costretta alla miscellanea!!!
Veniamo a noi…
Selezionare i capi vuol dire anche conoscere i simboli etichette.La selezione è su quattro punti:

Selezione tipo di tessuto dividere cotone dalla lana e seta, non lavarli mai assieme!
Selezione temperatura attenersi alle temperature indicate sulle etichette, piuttosto stare bassi che più alti.
Selezione grado di sporco meglio dividere i capi poco sporchi, esiste sempre un programma giornaliero nella lavatrice che ci farà risparmiare corrente e detersivo.I capi sporchi hanno bisogno di trattamento più intensivo..
Selezione colore come detto esistono i panni cattura colore colore, ma se è possibile meglio evitarli.. infondo sono una spesa in più che con pochi accorgimenti si può evitare!!I capi neri e rossi tendono a scolorire facilmente quindi obbligo separarli fra loro e soprattutto dai bianchi o comunque chiari.!!

Pretrattamento capi sporchi

I tessuti molto sporchi teoricamente andrebbero lavati ,comunque trattati subito…per quanto mi riguarda raramente riesco ad essere così tempestiva!!.. anche per pigrizia…Farò in seguito un post su come trattare le varie macchie.. quelle odiose per capirci, comunque il concetto di base è che prima d’inserire i panni in lavatrice passateli velocemente al vostro occhio.. e dove vedete macchie passate il famoso pezzo di sapone di Marsiglia appena umido..talvolta uso anche smacchiatori a spruzzo, che dire… funzionano.. ma amo prodotti più naturali per pulire,più sani per la mia pelle più sani per i capi e lavatrice!!Ricordate comunque che le macchie a seconda della loro origine possono essere:dissolte, emulsionate o assorbite.. per questo la tempestività è importante, e il metodo che usiamo per toglierle.
Dissolventi sono l’acqua tiepida( su sciroppi e sostanze zuccherine),l’alcool,la benzina,assorbenti sono il talco, la farina (grassi …) emulsionanti il sapone.

Caricamento e scelta del programma

Caricare bene la lavatrice è importante sia per una buon resa del pulito sia per il risparmio energetico.
Se il cestello è troppo pieno non gira bene,quindi i capi non verranno puliti bene, al contrario un cestello semivuoto è un vero spreco energetico.

Quando il cestello è caricato bene?
Quando una volta riempito possiamo inserire la mano stesa ben aperta.
Ricordarsi che in caso di lavaggio lana va riempito al massimo a metà!!La lana assorbe molta acqua, troppi capi porterebbero al non lavaggio… e aperto il cestello vi potreste trovare maglie addirittura in alcuni punti asciutte!!!!
5. La centrifuga
Volevo spendere due parole su questa funzione.
Il suo scopo è quello di ridurre la quantità d’acqua nel capo, quindi una rapida asciugatura, ma molti sono i suoi svantaggi(restringimento del tessuto) quindi meglio non abusare e in alcuni casi evitare totalmente per non danneggiare l’indumento.(vedi lana o seta)
I capi di cotone come lenzuola ,asciugamani,asciughini,tovaglie,mutande.. possono essere centrifugati tranquillamente ad alto giro anche se consiglio di non superare mai i 550 giri.
Le t-shirt in particolare una volta lavate è bene sempre tirarle prima di stenderle.. in modo da riallungare la fibra.
I capi di lana NON vanno centrifugati.. quindi deselezionarla sempre!!!Altrimenti troverete vestiti per le barby !

Consiglio inoltre soprattutto d’estate con le belle giornate evitare centrifughe alte.. i panni stesi più bagnati risulteranno meno stropicciati!!!e vi faranno risparmiare tempo e soldi durante la stiratura!!

Conclusioni

Svuotare il cesto panni sporchi, dividere capi di lana e seta da quelli di cotone.
Separare neri dai chiari.. guardare quale gruppo raggiunge il pieno carico(per un risparmio energetico),a questo punto vedere se i capi scelti hanno lo stesso grado ti sporco, ricordandovi che i più robusti (lino, cotone, biancheria) sopportano fino a 90°, i bianchi non troppo sporchi e i sintetici resistenti fino a 60°, e i delicati o le fibre come lycra, nylon, lana e seta, non devono superare i 30° e niente centrifuga!
Pretrattare i capi con macchie con sapone al pezzo o il prodotto che preferite…
Se siete incerte sull’uso della candeggina, prima di aggiungerla(sinceramente io la sconsiglio..), controllare sull’etichetta che il simbolo corrispondente (triangolo) non abbia una croce sopra (in tal caso non effettuate il candeggio).
Attente anche alla quantità di detersivo e ammorbidente da versare nella vaschetta. Ne parleremo in seguito comunque cercate di evitare l’uso dell’ammorbidente perchè fa malissimo alla pelle, rovina le fibre… le allarga ,le sfibra in poche parole e fa effetto peggiore della varichina..ovvero buchi!!!Inoltre consiglio l’uso dell’aceto bianco.. versato direttamente nella vaschetta dell’ammorbidente.. toglie il calcare dall’acqua quindi rende i capi più morbidi senza rovinarli.. e poi aiuta a non farli stingere.
Non caricate eccessivamente il cestello
Evitate di centrifugare i capi delicati come foulard di seta, maglie di lana o tende .
Per salvaguardare invece intimo di pizzo, merletti e paillettes, proteggete i capi all’interno di una federa di cotone bianco.
Per evitare di scolorire jeans, gonne o pantaloni scuri, lavateli al rovescio e a freddo , senza lasciarli a lungo nel cestello al termine del lavaggio e non stendeteli al sole, regola valida per ogni indumento sia bianco(ingiallisce) sia colorato (scolorisce).
Stendere sempre a rovescio.

Giardino

Come Sfruttare gli Insetticidi Naturali

Gli insetticidi naturali sono prodotti che aiutano a controllare e combattere gli insetti dannosi per le piante e gli animali, utilizzando ingredienti di origine naturale o biologica.

Vantaggi degli insetticidi naturali

Ci sono diverse ragioni per scegliere gli insetticidi naturali rispetto a quelli chimici o sintetici:

Impatto ambientale ridotto: Gli insetticidi naturali tendono ad avere un impatto ambientale minore rispetto ai prodotti chimici, poiché sono biodegradabili e meno persistenti nell’ambiente. Ciò riduce il rischio di inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria.

Sicurezza per gli organismi non bersaglio: Molti insetticidi naturali sono selettivi e mirano specificamente agli insetti dannosi, riducendo il rischio di danni agli organismi non bersaglio, come api, lombrichi e altri insetti utili. La conservazione degli insetti benefici è cruciale per mantenere un equilibrio naturale nell’ecosistema e per la pollinizzazione delle colture.

Minor rischio per la salute umana: Gli insetticidi naturali generalmente presentano un minor rischio per la salute umana rispetto ai prodotti chimici. Molti insetticidi sintetici possono essere tossici e possono accumularsi nel corpo umano attraverso la catena alimentare o l’esposizione diretta. Gli insetticidi naturali, invece, tendono ad essere meno tossici e a non accumularsi nel corpo.

Riduzione della resistenza degli insetti: L’uso eccessivo e ripetuto di insetticidi chimici può portare allo sviluppo di resistenza negli insetti bersaglio, rendendo i prodotti chimici meno efficaci nel tempo. Gli insetticidi naturali offrono un’alternativa e possono contribuire a ridurre la pressione selettiva per la resistenza.

Sostenibilità: L’utilizzo di insetticidi naturali è in linea con i principi dell’agricoltura sostenibile e biologica, che promuove pratiche agricole rispettose dell’ambiente e della salute umana. L’uso di prodotti naturali può contribuire a creare un sistema agricolo più resiliente e sostenibile nel lungo termine.

Come utilizzare gli insetticidi naturali

Conoscete per esempio il tagete, che si chiama anche «garofano d’India» dai petali gialli, arancioni o picchiettati di bruno, che diffonde un forte odore pepato e muschiato e che può disturbare certi olfatti sensibili? ,
In Africa, se ne intrecciano delle ghirlande messe a seccare nelle case per allontanare le mosche. Perché non provare anche voi questa bella ricetta colorata?
Se si fanno bollire le foglie di tagete, si ottiene un decotto che, utilizzato polverizzandolo sulle piante del giardino, allontana i pidocchi, i bruchi ed altri nemici nascosti sotto terra come gli aleuroni e i nematodi. D’altronde, in giardino, avete tutto l’interesse a coltivare i garofani d’India perché le loro radici emettono delle sostanze che impediscono la proliferazione dei funghi e delle lumache: sono veramente la panacea universale! E saprete tutto quando ricorderete che queste sostanze hanno anche la proprietà di non piacere alle erbacce che preferiscono allontanarsi e installarsi in un altro territorio!

Il geranio «rosato» (Pelargonium graveolens) ha delle foglie molto ritagliate che evocano piuttosto una felce che le foglie del geranio tradizionale. Il loro odore ha una forte dominante di melissa e disturba sovranamente mosche e zanzare: piantatelo sul bordo della finestra come si fa d’altronde nel Mezzogiorno e nelle Lande. Questi gerani dal profumo tanto particolare possono essere collezionati, perché ne esistono parecchie varietà dagli odori molto diversi.

Le ortiche hanno molti difetti, tra gli altri quello di bruciare dolorosamente la pelle, ma possono giocare un ruolo molto efficace contro i pidocchi a condizione di farle fermentare per ottenere lo scolo di ortiche. A questo scopo, bisogna riempire un recipiente abbastanza alto (tipo fusto o barile) di foglie di ortiche e aggiungervi dell’acqua fino al bordo. Fin dal secondo giorno, le ortiche fermentate sono utilizzabili come strumento di lotta preventiva contro i pidocchi. Inoltre, questo liquido, molto ricco d’azoto, è un meraviglioso concime naturale.

Le pulci detestano l’odore delle foglie fresche di pomodoro, così come le mosche. Coltivate dei pomodori sul davanzale della finestra: non hanno bisogno di molta terra per svilupparsi e possono perfettamente crescere in vaso.

Il limone, per il suo odore, fa scappare le formiche (particolarmente quando è ammuffito!). Utilizzatene il succo per cospargere tutto quanto potrebbe essere alla loro portata.

Quanto all’aglio, certi giardinieri affermano che basta piantarne qualche spicchio sotto le piante amate dai pidocchi per vederli disertare.

Preparerete una ricetta ancora più efficace contro questi neri nemici del giardino, sbucciando degli spicchi d’aglio freschi ai quali mescolerete una cucchiaiata di schegge di sapone di Marsiglia, il tutto messo a bagno per una notte nell’acqua calda. L’indomani, polverizzerete questo decotto sulle piante attaccate e vedrete fuggire i pidocchi (e forse fuggirete voi stessi perché l’odore è veramente temibile!). Ricominciate questo trattamento parecchie volte, perché si dimostri efficace.

Fai da Te

Come Coltivare Funghi in Casa

Se coltivare i funghi in casa è una delle vostre aspirazioni e non temete di cimentarvi nella realizzazione di una piccola fungaia fai da te, allora siete al posto giusto. Con questa breve guida vi daremo qualche utile consiglio per avviare una piccola produzione di funghi, in casa o in giardino.

COSA SERVE PER INIZIARE

Per poter coltivare i funghi in casa avrete bisogno di un briciolo di organizzazione e di pochi elementi base, quali:

Una cassetta di legno a bordo alto, come quelle usate per la frutta o per la verdura.

Un sacchetto di plastica nero per foderare l’interno della cassetta.

Del substrato, ovvero del terreno colturale composto da una miscela di letame molto maturo, paglia, foglie e scarti vegetali secchi in quantità adatte per riempire la cassetta.

Circa 2 kg di terra fine non troppo acida, corretta con un pugno di polvere di gesso, che dovrete sterilizzare in forno ad una temperatura di 80° C. Si raccomanda di non superare la temperatura consigliata altrimenti verranno uccisi anche i batteri buoni utili allo sviluppo del micelio.

Una quantità di circa 30 gr di micelio di fungo che trovate in qualsiasi consorzio agrario o negozio per l’agricoltura e per il giardinaggio. Sono disponibili diverse tipologie di micelio come lo Champignon, i Pioppini, i Pleurotus a seconda di quello che volete coltivare.

PROCEDIMENTO

Lavate con molta attenzione la cassetta e una volta asciugata per bene foderatene l’interno con il sacchetto nero, coprendo ogni spazio e lasciando un lembo più lungo in modo da utilizzarlo come copertura. A questo punto prendete il substrato che avete miscelato precedentemente e versatelo nella cassetta compattandolo, per non lasciare spazi di aria, fino a 5 cm dal bordo superiore. Bagnate bene con acqua tutta la superficie, coprite con il lembo del sacchetto nero e fate riposare per due settimane in modo che eventuali processi di fermentazione si esauriscano.

Trascorse le due settimane dovrete porre il micelio da voi scelto all’interno di alcune buchette, profonde 3-4 cm, che procederete a fare nel substrato alla distanza di 10-15 cm l’una dall’altra. Bagnate di nuovo tutto, coprite con il lembo del sacchetto e riponete in un ambiente alla temperatura compresa tra 22-28° C. Dopodiché per mantenere la giusta umidità annaffiate tutti i giorni senza però creare degli accumuli di acqua.

Dopo aver ripetuto questo procedimento per 20 giorni circa, in prossimità delle buchette si sarà formata una sorta di muffa bianca, è il micelio che sta affiorando. A questo punto ricoprite tutto il substrato con un nuovo strato di terra sterile e non acida spesso 1-2 cm e subito dopo bagnate, compattate delicatamente e lisciate. La cassetta così preparata andrà ricoperta con il telo di plastica solo parzialmente e riposta in un ambiente ad una temperatura ideale tra 12-14° C. In questa seconda fase è bene conservare la cassetta in un luogo ombreggiato, pulito, umido e fresco, come ad esempio un angolo esterno della casa che però non sia esposto al sole e al vento. Bagnate tutti i giorni per mantenete la giusta umidità senza creare ristagni d’acqua.

All’incirca 15-20 giorni dopo, i primi funghi faranno la loro comparsa e cresceranno fino a quando, raggiunta la dimensione giusta, saranno raccolti con l’aiuto di un coltellino e senza strapparli dal terreno. Continuate ad annaffiare regolarmente il micelio che così produrrà funghi per circa 4-6 mesi, e a riprese, in relazione alla qualità del substrato e alle condizioni ambientali.

Se non avete il tempo necessario da dedicare alla preparazione del substrato oppure avete difficoltà a reperire i materiali, in commercio esistono dei substrati già pronti all’uso, molto pratici ed economici. Dovrete solo annaffiarli e i funghi spunteranno in men che non si dica. I kit pronti, reperibili in vivai oppure su internet, offrono una grande varietà di coltivazioni come Pleurotus, Pioppini, Chiodini, Corallini, Champignon e molti altri.

RACCOMANDAZIONI

Per la coltivazione dei funghi è bene mantenere la massima igiene in quanto sono molto sensibili a malattie e parassiti, perciò ricordate di effettuare la sterilizzazione in forno a 60-80° C per un paio di ore. Mantenete pulito il luogo dove andrà posizionata la cassetta, meglio se poggiata su due mattoni, attraverso una spolverata di calce oppure distendendo a terra un telo di plastica. Laddove, durante la crescita, dovessero comparire muffe o macchie toglietele subito con un coltellino.